Fiche Personne
Théâtre Cinéma/TV Littérature / édition

Tahar Ben Jelloun

Ecrivain/ne, Poète
Maroc

Français

Tahar Ben Jelloun est né à à Fès (Maroc) en 1944.

De nationalité marocaine et française.
C’est un écrivain et poète.

Il a reçu le prix Goncourt 1987 pour La Nuit sacrée.

English

Tahar Ben Jelloun was born in Fès (Morocco) in 1944. He is a Moroccan poet and writer. After first having attended the local Coranic school, he switched to the bilingual (French- Moroccan) primary school the age of 6. In 1955 he moved to Tangier where, together with his brother, he attended the strait’s primary school and passed his courses. In 1956 he entered the Ibn Al Khatib High School, then switched to the French Regnault High School where he obtained the baccalaureate in 1963.
He studied Philosophy in Rabat. In 1965, during the student demonstrations in larger Moroccan cities, Jelloun was sent to a disciplinary camp run by the army together with 94 other students suspected of having organized the March 65 demonstrations. In 1968 he was liberated and returned to university.
In 1968 he published his first poem « L’aube des dalles » in the magazine « Souffles ». In 1970 the publishing house Atalantes published his first volume of poetry, « Hommes sous linceul de silence ».
In 1971, a statement of the Interior Ministry announced that philosophy teaching was to be arabized as of the new school year. Not being trained for it, he decided to leave for Paris and prepare a PhD in psychology. He started publishing articles for « Le Monde ». « La plus haute des solitudes » (1975) was met with an unexpected success; « Hospitalité française » (1984) was an essay on racism in France. Between 1975 and 2009 he published several novels as « L’enfant de sable » (1984), « La nuit sacrée » (1987), « La remontée des cendres » (1991) and « Le racisme expliqué à ma fille » (1998).
Jelloun has strongly supported the fight against racism and discrimination through his smooth writing style; he has promoted the search for African Maghreb roots, related tales, legends, myths and rituals; he has analyzed multiple levels of ideas about the African post-colonial condition and Islamic fundamentalism. After having written for « Il Corriere della Sera » and « Panorama », he wrote for Italian newspapers as « La Repubblica » and « L’Espresso » about Arab and Muslim topics, writing on immigration and various other subjects.
At Medfilm festival 2009 (Roma, Italy) he won the Koiné Award

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Nato a Fès (Marocco) nel 1944, Tahar Ben Jelloun è uno dei maggiori poeti e scrittori franco-marocchini. Dopo i primi studi coranici, sia in arabo che in francese, nel 1955 si trasferisce a Tangeri dove conclude tra varie difficoltà gli studi fino al diploma nel 1963. A Rabat studia Filosofia: è costretto però ad interrompere i corsi di laurea perché nel 1965, durante le rivolte studentesche che avvengono nelle maggiori città marocchine, è accusato di essere uno degli organizzatori delle manifestazioni e viene mandato in un campo disciplinare dell’esercito.
Nel 1968 torna in libertà e può finalmente completare gli studi. Del 1968 è la sua prima opera, « L’aube des dalles », edita dal magazine « Souffles ». La casa editrice Atalantes è colpita dal suo talento e nel 1970 pubblica la raccolta di poesie « Hommes sous linceul de silence ». Nel 1971, una circolare del Ministero dell’Interno obbliga l’insegnamento della filosofia in arabo: Ben Jelloun lascia così il Marocco e si trasferisce a Parigi, dove prepara un dottorato di ricerca in psicologia. In Francia inizia una collaborazione editoriale con « Le Monde » e tra il 1975 e il 1983 pubblica numerosi romanzi, tra i quali « La plus haute des solitudes » ottiene un inaspettato quanto clamoroso successo.
Lavori come « Hospitalité française » (1984), « L’enfant de sable » (1984), « La nuit sacrée » (1987), « La remontée des cendres » (1991) e « Le racisme expliqué à ma fille » (1998) lo confermano come uno degli scrittori odierni più apprezzati e affermati, tanto da fargli ottenere nel 1998 dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, il « Global Tolerance Award ». Ben Jelloun è anche membro della giuria del concorso « Goncourt », il più prestigioso premio letterario francese. Con il suo stile fluido e lineare ha sostenuto con impegno la lotta al razzismo, ha promosso la riscoperta delle radici legate a racconti, leggende, miti e riti dell’area del Maghreb africano e analizzato con lucidità e forza i nodi del colonialismo e dell’integralismo islamico. In Italia, Ben Jelloun ha collaborato con « Il Corriere della Sera », « Panorama », « La Repubblica » e « L’Espresso », analizzando soprattutto temi legati all’immigrazione e alla cultura araba ed islamica.

Medfilm festival 2009 (Roma, Italia) : Premio Koiné
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